L’insicurezza in cerca di certezza
La tendenza dell’essere umano a trovare una spiegazione logica a tutto, può diventare una trappola pericolosa. I dubbi gestiti individualmente sono in grado di scatenare sofferenze talvolta estreme fino a condurre all’instaurarsi di un vero e proprio disturbo: il dubbio patologico.
Il dubbio patologico è una perversione dell’intelligenza che si basa sul presupposto secondo cui, prima di agire, sia necessario individuare la decisione più giusta.
Si tratta di una forma di disturbo ossessivo caratterizzata dal tentativo di trovare risposte razionali, definitive e rassicuranti a dubbi irragionevoli e improponibili, a dilemmi irrisolvibili o a domande che non hanno un’unica risposta corretta, come ad es.:
“Il mio partner mi tradirà o non mi tradirà?”,
“Sono omosessuale, eterosessuale o bisessuale?”, oppure, si può manifestare come incapacità di scegliere tra due opzioni simili
“Compro quel modello di automobile o quell’altro?”
per cui l’individuo si blocca nel tentativo di elaborare vantaggi e svantaggi di ciascuna alternativa, senza mai giungere ad una decisione definitiva.
Il tentativo di rispondere per rassicurarsi alimenta un ulteriore dubbio che fa sorgere una nuova domanda, seguita da un nuovo tentativo di risposta che prepara la strada alla domanda successiva, finché la persona si trova intrappolata in un labirinto infinito di dubbi e di tentativi di risposta, vittima e carceriere della prigione che lui stesso ha costruito.
Talvolta le rassicurazioni vengono chieste a familiari o amici, ovvero si delega ad altri la propria sicurezza e la responsabilità di rispondere e sciogliere il dubbio.
Il contenuto dei dubbi è vario: può riferirsi al passato, al presente o al futuro, può riguardare se stessi, i familiari o altre persone significative, può coinvolgere diversi ambiti (sentimentale, professionale…).
1. La perversione della ragione: pensa oltre il pensabile. Tipologia di dubbio che conduce la persona a ricercare la verità non solo attraverso i ragionamenti, ma anche mediante sperimentazioni concrete. Esempio: “Come faccio ad essere perfettamente sicuro di essere eterosessuale? E’ evidente che la risposta a questo dubbio sta nelle sensazioni percepite di fronte a un uomo o di fronte ad una donna e non tanto nei ragionamenti. La trappola si innesca quando, col tentativo di studiare e controllare le reazioni, nello sforzo di capire le sensazioni, si altera ciò che è di per sé spontaneo, alimentando l’incertezza sull’identità sessuale. Cercherà allora ulteriori prove sul proprio genere sessuale, sino a mettere in pratica veri e propri esperimenti per verificarne l’effetto su di sé, producendo ulteriori incertezze e confusioni che anziché risolvere il problema lo complicheranno.
2. Iper-razionalizzazione: devi essere perfettamente sicuro prima di agire. Rientrano in questa categorie le persone che, in virtù del dubbio su cosa sia più giusto o sbagliato fare, non riescono più ad agire. Questa tipologia di dubbio, porta la persona ad analizzare minuziosamente tutti i pro e i contro prima di prendere una decisione oppure ad intrappolarsi nel loop dubbioso di cosa sia giusto o sbagliato fare, giungendo inevitabilmente al blocco dell’azione.
3. Inquisitore interno: l’idea è che, comunque sei colpevole. In questa categoria rientrano quelle persone il cui dubbio costante riguarda il senso di colpa, reale o immaginario. La persona è vittima di un inquisitore che lo inchioda alle sue colpe, passate o future.
4. Il persecutore interno: l’idea è che, comunque non sei all’altezza. Persecutore interno: voce e pensieri ricorrenti che minano la fiducia nelle proprie capacità. Il dubbio in questo caso è sulle effettive competenze e capacità personali della persona che tenderà a percepirsi costantemente non all’altezza.
4. Il Sabotatore interno: l’idea è che, comunque sbagli. Le persone che rientrano in questa categoria, si sentono costantemente sbagliate e in errore qualsiasi cosa facciano. Sono persone, per le quali, “il successo vale zero e l’insuccesso il doppio”. Questi soggetti sono spesso etichettati, come depressi, dal momento che vivono la vita con grande sforzo ed anche se raggiungono un traguardo, non sono mai soddisfatti. Una rappresentazione di questa forma di dubbio è quella offerta dal filosofo S. Kierkegaard: “Sposati e te ne pentirai, non sposarti e te ne pentirai…” o quella del saggio cinese: “Scegli una strada e te ne pentirai, scegli quell’altra e te ne pentirai” perché comunque non saprai mai come sarebbe stata l’altra.
6. Delegare a chi è più bravo.
La terapia breve strategica ha come obiettivo primario quello di creare una specie di cortocircuito nel meccanismo del ragionamento della persona, da essa considerato illusoriamente perfetto. Si guida la persona a fare ciò che viene definito dal pensiero kantiano “non esiste risposta corretta a una domanda scorretta”. In altre parole: non esistono risposte certe a determinate domande.
Lo scopo è di disinnescare il circolo vizioso tra dubbi improponibili e risposte che tentano di scioglierli, sollevando ulteriori quesiti impossibili da sciogliere.
Anche in questi casi la terapia non richiede più di qualche mese. La percentuale di esiti positivi è decisamente alta, oltre l’80%.