LA RELAZIONE CHE ANNULLA SE STESSI
Frédéric Dard: “La vera indipendenza consiste nel dipendere da ciò che si vuole.”
Tutti gli esseri umani hanno la necessità di stare in relazionale con gli altri che diventa essenziale per la propria vita e per la propria sopravvivenza, psichica e non solo. Alla nascita i neonati sono completamente dipendenti dalle figure genitoriali per la loro sopravvivenza e per il bisogno di protezione: la relazione in questi termini è un bisogno primario dell’essere umano.
Spesso identità fragili, dotate di scarsa autostima utilizzano modalità relazionali improntate a un eccesso di altruismo. All'eccesso di altruismo segue la gratificazione da pate dell'altro, un bisogno irrinunciabile, per l'integrità e l'autostima, che può alimentare l'utilizzo di un altruismo esasperato, con la “finalità egoistica”, anche inconsapevole, d i evitare la critica, il giudizio, il rifiuto, pur di garantirsi accettazione, stima, affetto. Se l'altruista patologico ottiene quanto in cuor suo desiderato, sarà indotto a non smettere e, semmai a dare ancora di più “più di prima”, e se non ottiene farà comunque ancor “più di prima” nella convinzione di non aver dato abbastanza, in un gioco senza fine.
Il bisogno prepotente di essere riconosciuto, amato, identificato induce l’altruista patologico a costruire una relazione di dipendenza morbosa con coloro che inonda della propria disponibilità (partner, con conseguenze talora tragiche, ma anche “altri” specifici o generici). L’esito è nocivo, e spesso in modo severo, per se stesso e talora per chi è il destinatario di tanta “generosità”.
I SEGNALI DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA
Non sei in grado di trovare soddisfazioni nella tua vita al di fuori della presenza fisica del tuo partner?
Riconosci che ci sono delle caratteristiche del vostro partner che non ti piacciono, che potrebbero essere motivo di rottura, ma continui a portare avanti questa relazione nonostante stai male?
Dai maggiori attenzioni al tuo partner mettendo da parte te stesso?
Se le risposte a queste tre domande sono affermative potreste ipotizzare di soffrire di dipendenza affettiva. Rinunciare alle proprie esigenze e alla propria identità per soddisfare quelle del partner ha insalubri conseguenze conseguenze a breve e lungo termine.
DIVERSI COPIONI RELAZIONALI
L’Altruismo Patologico diventa un linguaggio comune, che può esprimersi con diversi “copioni”, ognuno con le sue caratterizzazioni, specificità e peculiarità discriminanti:
- la Prostituzione Relazionale,
- la Crocerossina o il Salvazione
- il Legame Indispensabile.
Prostituzione Relazionale... la fatica o l'impossibilità di dire NO Silvia arriva nel mio studio disperata, le sue lacrime di disperazione sembrano non riuscire a dare spazio alle parole, non le danno tregua..., si sente sola, triste e allo stesso tempo disorientata.
Con il suo compagno è sempre compiacente, disponibile, tollerante rispetto ai suoi orari di lavoro e di svago, si prodiga per essere sempre pronta a soddisfare i bisogni altrui, e meno il compagno sembra accorgersi di lei, fino ad arrivare ad approfittare della sua generosità.
Lei che si è trasferita dal Sud in una città del Nord per Lui, per costruire il suo sogno di famiglia.... ora non è più sicura della sua scelta.
Alla sera il compagno termina tardi il lavoro, poi la palestra, gli amici e lei a casa che lo aspetta, con la tavola imbandita di ogni bene di Dio... perchè Silvia dopo il lavoro passa tutta la serata a cucinare per il compagno.
Così anche il fine settimana, per il fidanzato prima vengono gli amici, i suoi hobby poi forse c'è posto per Silvia. Silvia tutto ciò l'ha sempre permesso a se stessa, si perchè... lei è quella disponibile, che c'è sempre, che non dice mai di NO, così come l'ha permesso al suo compagno,.... così l'ha permesso anche al suo capo ufficio, evitando il conflitto e permettendo di camminarLe sopra, passando e ripassando “come un ferro da stiro”.
In cuor suo è sempre stata convinta che così facendo di garantirsi l'amore, la considerazione, la stima, il legame...
Quando arriva in studio, la domanda che io Le pongo è: "Silvia ti senti amata per quello che sei o per quello che fai?".... "Ti senti amata o ti senti sola?".....
Attraverso la terapia Silvia riuscirà a rompere il suo copione relazionale, a stare meglio meglio con se stessa e con gli altri, concedendosi del tempo e dello spazio, e paradossalmente dando quei temuti "NO" la relazione di coppia si rafforzerà e Silvia si sentirà finalmente amata per quello che è!
Crocerossina o Salvazione Lucia sempre pronta ad aiutare il fratello, la sorella e ora il fidanzato Marco, che soffre di un disturbo di personalità. Lei sempre pronta ad accompagnarlo alle sedute di psicoterapia, alle visite specialistiche con il psichiatra, ...lei che asseconda ogni suo desiderio, ogni richiesta. Marco è il paziente perfetto! Nulla per sé, non si cura, non ha interessi personali, non esce con gli amici, per essere sempre pronta a correre in soccorso del fidanzato, come un'infaticabile crocerossina, nutrendo la propria felicità cons quella altrui.
Lucia arriva nel mio studio, quando Marco la lascia, forse dopo la raggiunta consapevolezza (sicuramente con l'aiuto della psicoterapia) di questo “rapporto tossico”. Per Lucia l'idea di non avere più nessuno da salvare la spaventa, perchè viene meno il suo sentirsi utile, indispensabile, improvvisamente si ritrova a fare i conti con il crollo del suo moto: “Ti curo, ti salvo, e questo mi fa stare bene”, ma anche “Ti salvo e così ti vincolo a me per sempre!”
Attraverso la terapia Lucia inizia ad acquisire quella indipendenza ed autonomia che fino a quarant'anni non aveva ancora raggiunto, la sua indole "da crocerossina" viene indirizzata verso altre finalità....
Anche Marco fa un suo percorso di terapia e a distanza di tempo si ritrovano a viversi come coppia, ma in una relazione più forte di prima e soprattutto più sana, dove ognuno sa camminare con le proprie gambe, così come abbracciati insieme.
Dipendenza Affettiva Sofia è una bella donna di cinquant'anni, manager in una azienda di successo, separata, con un figlio ormai alle porte della maggiore età. Arriva in terapia chiedendo aiuto in quanto non riesce più a gestire la sua attuale relazione con un uomo sposato... che lusinga, sparisce, promette... ma poi alla fine.... di anno, in anno, di mese in mese, di giorno in giorno... torna sempre a casa dalla moglie, con la quale nel frattempo ha avuto anche tre bambini. Una relazione in cui lei non può controllare nulla. Una storia senza futuro, ma nella quale Sofia si tormenta in continuazione, controlla ossessivamente il telefono, i messaggi, le chiamate, si accontenta di quei rari spazi in cui lui non è al lavoro o con la sua famiglia, e quando non è insieme a lui, “rumina” in continuazione, pensando e immaginando cosa starà facendo con la moglie, con i figli,.... lui è il suo pensiero ossessivo.
Tutta la sua vita ruota attorno a un doloroso “mi ama o non mi ama...?”, un legame indispensabile a cui non riesce a sottrarsi, nonostante negli anni il suo stare male sia peggiorato. “Ho tentato di lasciarlo, ma ogni volta mi basta un cioccolatino per riaprire la mia disponibilità verso di lui, mi fisso sulle cose belle e dimentico tutte le cose negative, tutte le promesse mai mantenute di lasciare la moglie, tutte le volte che giurava che per lui c'ero solo io... per poi comunicarmi che la moglie aspettava un bambino”, Lucia continua il suo racconto dicendo “se penso di lasciarlo, mi sento male, vorrei interrompere questa storia ma non riesco, sono consapevole che mi sto facendo del male, che sto male, ma non riesco a uscirne...”.
Sofia idealizza il partner, ha bisogno delle sue attenzioni, anche se poche, anche se ambigue... una trappola da cui non riesce ad uscire!
Attraverso la terapia Sofia imparerà a guardare la realtà: "Quali sono i segnali oggettivi e inequivocabili che Lui ti ama?".....
Inizierà, lentamente e progressivamente a riempire quel deserto che c'è dentro e fuori di Lei.... solo così non temerà più lo stare da sola!
Bibliografia: